domenica 8 novembre 2009

I giorni della quercia

Lunedì 9 Novembre inizierano i lavori per rialzare la Quercia del Quadraro. Il sollevamento con la gru avverrà Mercoledì 11 (salvo imprevisti vari o metereologici quali pioggia o temporali ). Negli ultimi giorni di Ottobre sono arrivate le strutture di ferro fatte realizzare appositamente da un fabbro dalla ditta Eurogarden che con grande passione e competenza si sta occupando da diversi mesi , in collaborazione con il Servizio Giardini, dei lavori per rialzare la Quercia. Un albero antico stimato 400 anni che nonostante i tagli subiti dopo la caduta (che hanno ridotto la sua chioma primaria) ha seria intenzione di continuare a vivere visto che il suo apparato fogliare è ancora verde e turgido. Quelli della prossima settimana saranno per il più grande e antico esemplare di Farnia Quercus robur della città di Roma , caduta il 29 Marzo di quest’anno, i suoi giorni più critici, e difficili, dovrà tornare dal suo attuale stato quasi orizzontale a riacquistare la verticalità verso il cielo e la sua normale attività vegetativa e questo ipotizzando anche possibili danneggiamenti ad alcune parti del suo apparato radicale. Oltre alla competenza tecnica avrà quindi bisogno (in particolar modo in questi giorni) dell’appoggio spirituale ed energetico avuto finora da tutto il quartiere e dal Comitato per la difesa per la Quercia del Quadraro che ancora una volta (come è successo in tutti questi mesi) gli saranno vicini con la volontà e il desiderio di vederla continuare a vivere nei prossimi anni come simbolo verde, fatto di ombra, respiro e saggezza, non solo del quartiere ma di tutta la città.

giovedì 3 settembre 2009

La quercia sarà risollevata ad Ottobre 2009
Ecco la sintesi delle mail intercorse
tra l'agronomo Raffaele Fabozzi
e Claudio Turella del Servizio Giardini del Comune di Roma
sulla necessità di rimandare il sollevamento della Quercia
(visto il caldo e la siccità dei mesi estivi) ad Ottobre.
Dott. Raffaele Fabozzi
Agronomo Paesaggista
Specializzato in Parchi, Giardini e Aree Verdi
"... in considerazione della temperatura molto elevata di questo periodo, io i lavori non li avrei fatti iniziare (nel periodo estivo) preoccupandomi soprattutto dello stress idrico che la pianta potrebbe subire. Le potature dei rami da effettuarsi per equilibrare la chioma e tutti gli interventi necessari per procedere all’innalzamento della pianta stessa potrebbero rappresentare, in questo periodo così caldo, fattori di affaticamento per il suo recupero fisiologico. E’ cosa nota, infatti, che nel periodo estivo, tranne che per rare eccezioni (es. palme), ogni intervento manutentivo (ancor più se straordinario con nel caso in parola) da effettuarsi sulle piante di alto fusto non appare conforme alle buone regole selvicolturali. Quanto sopra, ripeto ancora una volta, non deve essere interpretato come occasione di contraddittorio (come spesso siamo abituati a fare in Italia) ma come mera circostanza collaborativa volta ad accumunare le esperienze di ognuno per poter addivenire sempre al buon risultato di ogni azione fatta con il cuore e con la passione caratteristiche che, a buon ragione, l’hanno sempre accompagnata nella Sua lunga esperienza dirigenziale. "
Claudio Turella
Servizio Giardini del Comune di Roma
"Egregio dr. Fabozzi,
La ringraziamo per la sua fattiva collaborazione, condividiamo totalmente i suoi suggerimenti ed infatti alcuni giorni fa abbiamo preso delle decisioni che coincidono perfettamente con quanto da Lei suggerito. Per quanto concerne il problema dello stress idrico è stato risolto con la fornitura di acqua da parte di un condominio confinante e l’incarico alla ditta aggiudicataria di eseguire le irrigazioni necessarie, inoltre, abbiamo cercato di proteggere l’apparato radicale dai raggi solari e l’innalzamento della pianta è stato rimandato al prossimo periodo autunnale. Per la potatura siamo intervenuti solo sui rami colpiti da patologie, o danneggiati nella caduta o dai tagli invasivi apportati dai pompieri al momento del loro intervento. Ringraziandola ancora per la sua gentilissima collaborazione, ci è grata l’occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti."
Luglio 2009
Per una sovraintendenza degli alberi monumentali :
ridiamo vita alla Quercia!
di Antimo Palumbo
Viavai Maggio 2009

9.018.789 euro! Ovvero quasi 18 miliardi di lire del vecchio conio. A questa cifra è stato venduto il quadro di Lucio Fontana “Concetto spaziale Attesa”all’asta di Christie’s di Londra il 12 Aprile del 2008. Chi è Lucio Fontana? Come chi è ! E’ il famoso artista italiano che a partire dal 1949 iniziò a fare tagli sulla tela bianca. Si avete letto bene una tela bianca vuota con sopra solo dei tagli verticali. Forse dovremmo farlo conoscere (o semplicemente ricordare) ai nostri amministratori, sempre più presi e distratti da riunioni di partito, tavole rotonde, convegni che “così sembra” come Astolfo (nell’Orlando Furioso) hanno perso il senno e il punto di vista sui valori sui quali muoversi ed investire risorse. E se l’arte si trova nelle mani ( per fortuna) di critici e sovraintendenti ( che “intendono sopra” decidono cioè sopra i beni culturali e quale sia importante o no e quali risorse investire per preservarli) non succede la stessa cosa per gli alberi monumentali : esseri viventi secolari che ci regalano ancora foglie, fiori e frutti e che miracolosamente grazie a degli eventi casuali ed accidentali che li hanno tenuti lontani dalla scure espansionistica e deforestante degli uomini si trovano ancora vivi . La loro sorte invece quando gli succede qualcosa è in mano alla diagnosi dei tecnici “dottori delle piante”, agronomi, agrotecnici. Bravi dottori , e bravi chirurghi che passano le loro giornate nelle “sale operatorie della città” a tagliare e potare alberi e rami ,che però non guardano all’albero come a un valore storico e culturale. Non ne comprendono il loro valore economico e sociale. E così che quando si tratta di spendere 8000 euro per tentare di rialzare una quercia monumentale di 400 anni di età, la più grande di Roma i tecnici e i politici ai quali questi si affidano pensano che sia qualcosa di non conveniente. Pensare e agire poi con l’idea di “mi dispiace si che sia caduta, ma in fondo che ci possiamo fare, ci sono cose più importanti alle quali pensare” è segno di involuzione di valori e contenuti in una cultura, segno di imminente barbarie. Attila e il suo seguito che lasciavano dietro di loro il deserto non erano per questo chiamati barbari? Su questo lancio una storiella /quesito sulla quale potremmo tutti riflettere, prestare la nostra attenzione e proporre soluzioni : “ se una scimmia, svelta e dispettosa , scappata dal vicino Bioparco entrasse nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e rubasse un Fontana ( lo ripeto una tela bianca con dei tagli verticali sparsi nel mezzo) e lo portasse sulla cima più alta dell’edifico. Cosa succederebbe? Primo movimento: Il Sindaco e le autorità avvertite chiamerebbero i vigili ed i tecnici . I critici senz’altro sarebbero inorriditi e scandalizzati . Ci sarebbero articoli che rapidamente girerebbero su tutti i mezzi d’informazione del mondo (ricordate Piazza Navona tinta di rosso?) e dopo un consulto breve ed immediato si deciderebbe di investire energie e risorse economiche per tentare di salvare il quadro: un bene comune e nazionale. Ma se il parere vincolante fosse quello di un tecnico ( che sò un vigile o un custode) e non quello di un critico che potrebbe affermare “ Beh qual è il problema , prendiamo un’altra tela e la tagliamo allo stesso modo” quale pensate che fine faccia quel quadro? E che figura in Europa e nel Mondo ci farebbe l’Italia? E se ancora il tecnico dicesse –“ la scimmia sta scorticando il quadro e le percentuali di recuperarlo integro sono molto basse” che non tenteremmo ugualmente di recuperarlo e poi successivamente restaurarlo? Ecco, trasportando questa storiella nell’ambito degli alberi monumentali non è forse giunta l’ora di pensare ad una sopraintendenza degli alberi monumentali che non si occupi soltanto di censire e controllare ma anche di investire risorse economiche per mantenere e curare?. La quercia del Quadraro è ancora viva. Si può e si deve tentare di risollevarla. E’ la sopraintendenza “politica” (visto che quella culturale è ancora inesistente, e su questo ci lavoreremo nei prossimi anni ) che deve pensare questo intervento come necessario. Il giorno in cui questo succederà , il giorno in cui l’enorme gru passerà il cancello dell’area nei pressi del quale si trova l’antica quercia caduta sarà per tutta la città di Roma un grande evento. Il segno che la stoltezza degli uomini, del loro brusco allontanamento dai “veri valori” e dalla natura per la nuova estetica dei centri commerciali si può ancora fermare. Un regalo per i figli dei nostri figli che avranno ancora la possibilità di poter godere dell’ombra e della bellezza di un albero maestoso e secolare. Un albero che con i suoi 400 anni di età e la sua chioma globosa ci nutra e ci avvolga, un trait d’union tra la materialità della terra e la spiritualità del cielo : un albero che ci collega alla vita. Per questo usiamo la testa, ridiamo la vita all’albero.
La grande quercia è ancora viva

di Antimo Palumbo

Viavai settembre 2009

E’ ancora viva, reclinata e sofferente ma viva, con le sue foglie ancora verdi e turgide, grandi e profondamente lobate. La Quercia del Quadraro, l’esemplare più antico e grande di Farnia (Quercus peduncolata) di una città di quasi quattro milioni di abitanti che si chiama Roma, è sempre lì che lotta per continuare a vivere, con la seria intenzione di ritornare in piedi, a distanza di quasi otto mesi da quella tragica Domenica del 29 Marzo, quando è stata buttata a terra da un pomeriggio particolarmente ventoso, complice anche un azzardato ed incosciente lavoro di danneggiamento effettuato nel tempo al suo apparato radicale. Tanto tempo è passato da quei giorni primaverili di pioggia e da quel 1 Aprile quando il direttore di Viavai Ettore Ranalletta mi mandò a fare un sopralluogo per accertarmi di quello che era successo in via dei Lentuli : ovvero la caduta di un patriarca vivente (con un’età stimata di 400 anni) orribilmente mutilato dall’intervento rapido e definitivo dei Vigili del Fuoco che come tutti pensavano ( le parole dei titoli dei giornali erano “Addio” “Lutto” ) che il prossimo stadio per la Quercia più grande di Roma fosse oramai il deposito di legna per il camino di qualche casa di montagna. E da allora, invece, grazie alla forza e alla volontà di un intero quartiere, vivo, attivo e particolarmente attaccato alla sua storia e ai tesori del suo territorio che un po’ alla volta, miracolo dopo miracolo, affrontando attacchi ed ostacoli, pareri negativi e discordanti, e supportando invece sopralluoghi, attese, risposte, iter burocrati con certosina pazienza che si è concretizzata sempre di più la speranza (che giorno dopo giorno diventava più reale) di poter far tornare e vivere la Quercia. E dalle parole, siamo passati ai fatti e all’inizio dei lavori per ripristinarla e farla tornare in piedi. Non è questa l’occasione ( e non in questo articolo) per elencare e ringraziare tutte le persone che hanno creduto e dato il loro contributo affinché la Quercia (anche se con basse percentuali di attecchimento) potesse ritornare a vivere e a rappresentare come simbolo ( anche se ridotta e amputata nell’impalcatura dei suoi rami) il quartiere del Quadraro. Lo farò a conclusione dei lavori quando in un giorno delle ultime settimane di Ottobre la gru e gli uomini del Vivaio Euro Garden capitanati dal solerte Paolo Ceccarelli diranno alla Quercia che è tempo di ritornare a stare in piedi, dopo una brutta caduta ma fortunosa. E’ grazie infatti alle grandi e resistenti putrelle di ferro del ripostiglio (antico edificio abitato da storici personaggi del quartiere) sul quale è caduta che è riuscita a sopravvivere e a non sradicarsi completamente. Una parte dell’apparato radicale è così rimasta salda e sana e ha fatto si che, dopo aver compartimentato una parte delle ferite subite, mettesse in moto tutti i suoi strumenti di autodifesa. Ricordo che, come per gli umani, anche gli alberi hanno un forte senso di autoconservazione e di controllo. Se un albero ha terra, sole ed acqua difficilmente cade, e se lo fa (perché gli uomini lo hanno danneggiato tagliandogli le radici, capitozzandolo ed infettandolo con patogeni, funghi e carie) è l’ultima cosa che vorrebbe fare su questo pianeta, perché per lui significa la morte. Ma vediamo quello che è successo in questi ultimi mesi. Grazie ad un appassionato gioco di squadra che ha visto lavorare insieme: il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro, i giornalisti con i loro articoli di supporto sui giornali, l’intervento dell’Amministrazione e di validi amministratori, si è passati dai sopralluoghi tecnici all’intervento e alla messa a disposizione della copertura economica (senza questo non sarebbe successo nulla) da parte dell’Assessore all’Ambiente e Cooperazione dei Popoli della Regione Lazio Filiberto Zaratti , per rialzare la Quercia. A questo punto sono scattati i tempi tecnici e burocratici che hanno visto impegnati per l’espletazione della realizzazione delle pratiche, Claudio Turella del Servizio Giardini in costante collegamento con il suo direttore Mario Vallorosi e l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma Fabio De Lillo, coordinati dal delegato per l’Ambiente del VI Municipio Fabio Piattoni. Annunciati da un comunicato stampa e da articoli sui giornali finalmente Lunedì 27 Luglio i lavori per il recupero della Quercia e dell’area nella quale si trova per predisporre il suo prossimo riinalzamento iniziano. Vincitore della gara d’appalto è il Vivaio Euro Garden di Via Cristoforo Colombo che nell’arco di due settimane si occupa di : rifinire il taglio della Quercia e alleggerirla nella chioma per accelerare e migliorare poi una volta alzata il recupero vegetativo e chiudere con una miscela antifunginea le ferite aperte con i nuovi tagli ; mettere terra buona e concimata sulla zolla dell’apparato radicale scoperta; piantumare 15 nuovi esemplari di lecci in Via dei Lentuli; pulire la scarpata adiacente alla Quercia in Via dei Lentuli (sotto la Tuscolana) che versava in uno stato di totale degrado, Sergione sempre presente e attivo (così come altri componenti del Comitato durante l’esecuzione dei lavori, me compreso) in questa occasione ha tolto 5 bustoni di plastica pieni di bottiglie. Grazie poi ad un consulto tecnico che ha visto anche il parere del nostro agronomo Raffaele Fabozzi si è deciso, visto l’imminente aumento della temperatura e della siccità (per non farla soffrire ulteriormente,visto che una parte dell’apparato radicale potrà danneggiarsi nel sollevamento) di rimandare l’alzata della Quercia in tardo autunno, molto probabilmente nelle ultime settimane di ottobre. Infine dopo i turni di annaffiamento che hanno impegnato i membri del Comitato in questi mesi passando dai secchi svuotati a mano ad un lungo tubo collegato ad un rubinetto ( ancora grazie ai “giardinieri sul campo” Sergione e Sebastiano Vinci) Lunedì 17 Agosto è stato sistemato un impianto automatico di irrigamento per nutrire d’acqua la Quercia nei prossimi giorni caldi di Settembre. Vi terrò aggiornati sul prossimo numero di Ottobre sull’evoluzione dei lavori e per ricordarvi la data nella quale ci sarà l’intervento di risollevamento della Quercia. Una data che entrerà nella memoria storica : della città - come segnale ed insegnamento per tutti i cittadini affinché gli alberi monumentali siano valorizzati e protetti come monumenti naturali e patrimonio comune - e del quartiere - un albero simbolo che oltre a rammentarci la sua storia vitale e popolare sia da raccordo tra la saggezza e la concretezza della terra marrone e la gioia e spiritualità azzurra del cielo.

mercoledì 2 settembre 2009

Ora salveranno la quercia di 400 anni

Di Cecilia Gentile
La Repubblica Cronaca di Roma
26 Luglio 2009
È crollata quattro mesi fa e sembrava morta. Invece la Farnia del Quadraro, la quercia di 400 anni più grande e più antica della città, ha continuato a vivere grazie alla tenacia degli abitanti, che l' hanno amorevolmente assistita e si sono battuti perché venisse reimpiantata. E alla fine ci sono riusciti. Le operazioni cominceranno domani. La Quercia di via dei Juvenci è crollata all' ora di pranzo di domenica 29 marzo, spazzata via da violente raffiche di vento. «Il maltempo l' ha colta impreparata - racconta Antimo Palumbo, storico degli alberi, uno dei promotori del comitato sorto per salvare la quercia - perché la farnia si trovava su un terreno privato e da diversi anni non era stata oggetto di nessun tipo di manutenzione. In più, sotto le sue fronde un gruppo di senza tetto aveva costruito la sua abitazione». Ma il quartiere non si è arreso: riunioni tutti i mercoledì al Parco dei ciliegi, interventi di annaffiamento con secchi d' acqua tre volte a settimana. Fabio Piattoni, delegato all' Ambiente del VI municipio ha coinvolto l' assessore regionale Filiberto Zaratti che ha finanziato il reimpianto con 10 mila euro. Gli interventi verranno eseguiti dal Servizio Giardini del Comune. «Subito dopo la caduta della quercia - spiega l' assessore comunale all' Ambiente Fabio De Lillo - ci siamo messi in contatto con le associazioni di cittadini e con il VI municipio, con il quale abbiamo stabilito un costante filo diretto circa i passi da compiere per reimpiantare questo albero monumentale. Ho immediatamente messo a disposizione il personale del Servizio Giardini per valutare la fattibilità dell' operazione. Lunedì mattina inizieranno le operazioni propedeutiche di potatura e di costruzione degli ancoraggi. Entro la fine della settimana la splendida farnia dovrebbe essere di nuovo al suo posto». -
Comunicato Stampa
dell’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio
On. Filiberto Zaratti e del Delegato alle politiche Ambientali del
Municipio 6
Cons. Fabio Piattoni.
La Quercia del Quadraro, probabilmente la più grande ed imponente di Roma e di una età stimata intorno ai 400 anni, è venuta giù di colpo a fine Marzo nel terreno privato nel quale si trovava. Probabilmente alla base qualche presunto movimento terra, alterato soprattutto dalle violente pioggie dei giorni precedenti alla caduta, che hanno senza ombra di dubbio reso il terreno ammorbidito in maniera eccessivamente anomala, rendendo inevitabile la tragedia ambientale. Tragedia che ha scatenato subito un profondo senso di sgomento soprattutto tra gli abitanti storici del Quadraro, spingendo molti residenti anche alla costituzione immediata di un comitato “SALVIAMO LA QUERCIA”. Nonostante le tante difficoltà (area privata, quercia alleggerita forse troppo pesantemente dai Vigili del fuoco per ragioni di sicurezza, impervietà del terreno, etc.), da subito si è fatta largo l’idea di un risollevamento della preziosa essenza. Non Solo tra i cittadini ma anche nelle istituzioni. Infatti da subito il Municipio, nella figura del Delegato della Presdenza alle Politiche Ambientali, il Consigliere Fabio Piattoni, ha informato e coinvolto l’On. Filiberto Zaratti Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, avviando, senza troppo clamore, difficili trattative con i proprietari dei terreni (per evitare azioni di imperio dagli esiti incerti), i quali, inaspettatamente, si sono rivelati sensibili alla disgrazia ambientale appena accaduta e disponibili alla collaborazione.“Appena appresa la triste notizia dal Municipio 6 e prendendo numerosi contatti con i comitati e le associazioni dei cittadini del Quadraro – specifica l’On. Filiberto Zaratti – abbiamo immediatamente attivato il Dipartimento del Territorio e il Compartimento Conservazione Foreste della Regione Lazio, al fine di mettere a disposizione non soltanto le risorse economiche per le operazioni di recupero, conservazione e risollevamento, ma anche per tutte quelle esigenze di carattere consultivo e tecnico-scientifico per valutare al massimo della certezza la fattibilità dell’intervento e la valutazione delle probabilità di riuscita. Questo intervento straordinario si inquadra in un forte impegno ambientalista di questo Assessorato verso il Municipio Roma 6. Ringraziamo della collaborazione l'Assessore Comunale Fabio De Lillo e tutto l'Ufficio Giardini.“Il Delegato alle Politiche Ambientali Cons. Fabio Piattoni ci tiene a sottolineare “Che un ringraziamento particolare va rivolto ai cittadini, ai comitati e alle associazioni del Quadraro che hanno dato un forte esempio di attaccamento al territorio e una speciale sensibilità ambientale. Basti pensare anche al volontariato che hanno messo in piedi con un affetto fuori dal tempo per poter porare acqua alle radici della quercia caduta. Il mio impegno è stato immediato e non nascondo le difficoltà nel coordinare la situazione, notevolmente complicata dalla proprietà privata delle aree. Anche se poi la disponibilità di tutti i proprietari e le eccezionali risposte avute dall’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio On. Filiberto Zaratti, hanno facilitato il compito, rendendo il risollevamento e la bonifica possibili entro pochissimi mesi. Dal 27 Luglio, infatti, cominceranno le operazioni di pulizia e sistemazione dei luoghi propedeutiche al risollevamento dell’esemplare arboreo. Mi sento di fare un ringraziamento speciale all’On. Zaratti che ha messo a disposizione tutto il Suo staff Regionale, in particolare il generosissimo Dottore Forestale Dott. Allegretti, e dato impulso alla coperture dei costi e all’On. De Lillo che ha mostrato tutta la sua sensibilità ambientale mettendo a disposizione ulteriori risorse per la riqualificazione ambientale del Quadraro”.Il Presidente del Municipio 6 Giammarco Palmieri esterna “Pieno orgoglio per la chiusura del cerchio amministrativo nella vicenda della Quercia del Quadraro, dimostrando ancora una volta come una seria amministrazione, non strillata e sbandierata, riesce tra mille difficoltà a risolvere i problemi, soprattutto quando ascolta i propri cittadini. E, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostriamo ancora una volta di essere un municipio ad alta vocazone ambientalista”.
24 Luglio 2009

domenica 14 giugno 2009

Il Quadraro in lotta per la Quercia
di Margherita D'Amico
Corriere della Sera Cronaca di Roma
14 Giugno 2009
Il 29 marzo, quando la grande quercia del Quadraro viene giù di colpo, tutti notano il pianto di Valeria. Le lacrime non sono rivolte alla sua automobile, appena sbriciolata dal più antico albero di Roma Sud - una farnia di oltre 400 anni - ma al gigante stramazzato. Non censita, la quercia è regolarmente sottoposta al taglio dei rami da parte dei vigili del fuoco, ma senza assistenza botanica, come si dovrebbe a una pianta antica viva. Subito infatti si vede che parte delle radici è rimasta nella terra. All’origine del disastro, lavori sotterranei.
Sopraggiunge Antimo Palumbo, storico degli alberi. Nasce il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro. Sergione, autorità del quartiere, fa stampare un manifesto che viene attaccato persino sopra il ponte. L’agronomo Raffaele Fabozzi redige una perizia: le foglie sono “verdi e turgide”, vale la pena raddrizzare la farnia. Segue conferma di Saverio Allegretti, agronomo della Regione. Vengono raccolte 3.000 firme. L’albero risiede su un terreno privato, è caduto su un secondo e bisogna passare attraverso un terzo, sia per annaffiarlo che per rialzarlo con la gru. Reperibilità e disponibilità non sono le parole d’ordine dei proprietari, ma due avvocati e Fabio Piattoni, delegato all’Ambiente del VI Municipio, ottengono le liberatorie. Dalla Regione, sembra che l’assessore Zaratti abbia reperito i fondi –quasi 10.000 euro - necessari a pagare i mezzi.
Spetta tuttavia al Servizio Giardini capitolino, che tace, passare all’azione.
Intanto i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, corso di Daniele Segre, girano un appassionato documentario in attesa di finale.
Esiste un precedente: la Quercia delle Cento Pecore, patriarca di 800 anni caduto nel gennaio 2008 vicino Lecce e sopravvissuto così tre mesi, salvo infine grazie a tale Oreste Caroppo.
Il tempo ci aiuta a tirare le somme, ed è chiaro ormai che il Quadraro, come un sol uomo, rivuole la sua quercia in piedi. Ma il tempo è fatto anche di momenti, ed è giunto quello del caldo, dei funghi che hanno attaccato la corteccia, della morte che si avvicina rapida. Perché tutto quanto di bello è accaduto non vada perso, la quercia dev’essere tirata su dal Servizio Giardini ora.

mercoledì 6 maggio 2009

Le foto invernali della Quercia

" Avevo fotografato la Quercia del Quadraro la mattina del 18 Dicembre 2006
nella sua fase invernale con le foglie gialle che stanno per cadere.
Guardate quant'è bella nell'impalcatura dei suoi rami
Sembrava che le avessi perse invece le ho ritrovate in un disco nascosto."
Antimo Palumbo












giovedì 23 aprile 2009

Lettera di una bambina del Quadraro a Bambin Gesù
Caro Gesù Bambino, mi piacerebbe che realizzassi un mio desiderio , quello di far volare gli alberi. E questo perché un albero grande e bello, dai rami lunghi e grandi e dalle foglie verdi, sempre piene ogni giorno di uccelli che ci abitano con i loro nidi l’altro giorno è caduto perché (così mi ha detto mio padre) le persone grandi preferiscono non averlo e al suo posto costruirci un parcheggio per metterci le macchine. Non è strano Gesù che le persone grandi preferiscono avere un parcheggio per le macchine al posto di un albero così bello e antico dove ci vivono tanti animali ? Non è strano Gesù che le persone grandi sono attaccate (come mi ha detto mia mamma) solo e soltanto ai soldi e non pensano che quando io sarò diventata grande come la mia mamma e potrò giocare con i miei figli quei soldi saranno scomparsi, passati di mano in mano, mentre invece l’albero sarà diventato ancora più antico e potrà continuare a darci la sua ombra , l’ossigeno (mamma mi ha detto che gli alberi ci danno l’ossigeno che serve a farci respirare) e i suoi fiori e le sue foglie verdi? Caro Gesù se tu potessi far volare gli alberi mi piacerebbe che spostassi la mia amica quercia (caduta domenica, spinta dal vento, dopo che delle persone grandi gli hanno danneggiato i suoi piedi e adesso è sdraiata e sofferente con tutti i suoi grandi rami tagliati) nel mio parco giochi dove vado sempre a giocare . Un parco bello colorato e pieno di miei amichetti che però contiene solo alberi piccoli e malati. Però, mi ha detto anche la mia mamma che gli alberi non si possono spostare e mi sa tanto che neanche volano. Caro Gesù se non puoi far volare gli alberi e non puoi realizzare questo mio desiderio, perchè non realizzi quello più semplice di mantenere l’albero lì dove stava, sotto le mie finestre ed entri nella testa delle persone grandi che pensano sempre ai soldi e gli fai capire che un albero grande e antico potrà essere un regalo che oggi fanno per i figli dei miei futuri figli e dei loro se ne hanno o ne avranno. Ogni tanto ci penso sai, mi piacerebbe un giorno diventare nonna e penso pure che sarà molto triste quando sarò diventata nonna dover raccontare ai miei nipotini che un albero grande e secolare (400 anni mi ha detto papà) è stato sacrificato per soldi e al suo posto ci hanno costruito un parcheggio. Ma so che tu puoi molto e puoi realizzare i desideri di noi bambini buoni e quindi penso che potrai presto esaudire il mio desiderio.
Ti mando un bacetto Alessia

P.S. Da quando l'albero è caduto non sento più gli uccellini cantare , quando rialzerai l'albero mi riporterai anche loro?

L'antica Quercia del Quadraro

Riportiamo dal sito dell'Associazione Amici del Vecchio Quadraro (che gentilmente Fabio ci ha concesso per fini informativi sulla Quercia) alcune foto storiche e dati che la riguardano.
Foto aerea della Quercia presa dal botanico Giovanni Buccomino nel 1999.

La mappa sull'ubicazione della Quercia

Questo era l'appello per la difesa della Quercia lanciato sul sito dell'Associazione Amici del Vecchio Quadraro :
" Quest'albero oggi rischia l'abbattimento o comunque la morte in quanto sull'area dove si trova è previsto, dal Piano Particolareggiato, un parcheggio. L'Associazione vuole intraprendere iniziative per scongiurare la perdita di un esemplare ormai raro all'interno della città. Chiunque è interessato può inviarci una mail con il proprio parere."

Una rara foto della Quercia

E questo è il calcolo fatto sempre dal botanico Buccomino sulla quantità di ossigeno che la Quercia regala a chi ci abita accanto:

UN ALBERO SECOLARE PRODUCE OGNI ORA 1.750 Kg DI OSSIGENO, CONSUMA 2.350 Kg DI ANIDRIDE CARBONICA ED EFFETTUA IN 10 ORE UNO SCAMBIO GASSOSO DI 80 MILIONI DI LITRI D'ARIA.UN'ATTIVITA' COMPLESSA E MOLTO EFFICENTE CHE RENDE SERVIZI ALL'UOMO PARI AD UN VALORE DI 250 MILIONI DI LIRE ANNUALI.

APPELLO AD ALEMANNO PER L’ALBERO SIMBOLO DEL QUADRARO
"Sindaco, salva la Quercia"
Articolo di Laura Ferri uscito Mercoledì 15 Aprile sul Secolo d'Italia

Si riuniscono per la prima volta oggi pomeriggio (ore 17, nel parco di Via Filippo Re) con un obiettivo comune. Far tornare in vita la quercia del Quadraro, che da quattro secoli rappresentava un vero e proprio monumento per lo storico quartiere romano. LA Quercus peduncolata di via dei Juvenci era la più grande della Capitale e la sua caduta, l’ultima domenica di marzo, è stato uno choc per gli abitanti del quartiere. “Una caduta prevedibile- secondo i responsabili del Comitato- perché da diversi anni nessun tipo di manutenzione era stato eseguito”. Inoltre “ da qualche tempo, alcuni extracomunitari abusivi che abitavano in una costruzione fatiscente che si trovava proprio sotto l’enorme tronco della Quercia, probabilmente hanno iniziato a fare lavori di scavo o costruzione togliendo terra, danneggiando l’apparato radicale dell’albero e mettendolo in condizioni di instabilità”. Così è bastata una giornata particolarmente ventosa per far crollare l’albero. Il comitato per la difesa della Quercia, cha ha costituito un gruppo su facebook (questo il link) ha lanciato un appello al sindaco Alemanno per tentare di far tornare in vita “ questo patriarca vivente, attualmente sofferente e adagiato”.
Laura Ferri

Salvare la Quercia del Quadraro

Lettera pubblicata sul Messaggero
2 Aprile 2009
Buongiorno, sono una residente del Quadraro vecchio, e come altri cittadini qui residenti vorrei portare all'attenzione dei media il fatto che la quercia del Quadraro, forse può ancora essere salvata. Ci siamo infatti resi conto che l'albero è ancora vivo e forse è possibile fare qualcosa! Ci sono stati già casi di alberi secolari sradicati per cause naturali (vento, neve) e poi ripiantati con successo. La nostra quercia (nostra in senso affettivo) appare parzialmente sradicata, appoggiata ad una bassa costruzione. Mentre i rami che sono stati amputati hanno già le foglie appassite, quelle sul tronco sono ancora fresche, indice che le radici sostengono ancora la pianta dal punto di vista vitale. Il problema è costituito dal fatto che la quercia sorge in area privata: forestale, servizio giardini comunale, vari enti contattati dicono che solo il proprietario può intervenire. Lasciar morire così un albero secolare è indegno. Non so quale potrebbe essere la risposta del proprietario, ma il fatto che, come riportato dal suo articolo, l'incuria potrebbe essere stata una delle cause della caduta non è molto incoraggiante. E poi c'è il problema rappresentato dalle lastre di eternit che fungevano da tetto delle baracche, frantumate dalla caduta della quercia e che ora rappresentano un rischio per la salute e per l'ambiente! Che si può fare? Parlando con i miei vicini di casa, molte persone singolarmente si sono attivate per cercare una soluzione, facendo telefonate e ricerche. Questo albero era come un simbolo del Quadraro e a tutti sembra essere comune un sentimento di grande perdita: non riusciamo a rassegnarci e io vorrei trovare una soluzione. Bisognerebbe che un esperto (agronomo o altro) potesse accedere all'albero e fare una perizia per valutare se è possibile fare qualcosa. Cordiali saluti.
Maria Teresa Luppi

La certificazione che la Quercia si può salvare

Dott. Raffaele Fabozzi

Agronomo paesaggista
Perito Demaniale Regione Lazio
Specializzato in Parchi, Giardini e Aree Verdi E-Mail: r.fabozzi@inwind.it

CERTIFICAZIONE DI SOPRALLUOGO

Lo scrivente Dott. Raffaele Fabozzi - Agronomo Paeasaggista – con studio in Roma al n. 368 di Via Gregorio VII, si esprime in merito al sopralluogo effettuato all’interno dell’area privata sita in via dei Lentuli angolo via dei Juvenci interessata dal recente crollo dell’esemplare arboreo di specie “Quercus sp.” adagiatosi su di una struttura muraria dopo il suo ribaltamento. Di chioma maestosa e di tronco imponente, l’esemplare, dopo il suo crollo e con l’intervento effettuato dai VV.FF. intervenuti sul posto, ha subito il taglio di molti dei palchi principali al fine di alleggerirne il peso gravante sulle costruzioni fatiscenti sottostanti. V’è da dire che a distanza di circa 15 giorni dal suo ribaltamento, l’esemplare ha mantenuto segnali di attività fisiologica in corso, dal momento che le ramificazioni secondarie, facilmente visibili sull’esemplare, mostrano ancora un fogliame turgido con colorazione vivace. Quanto sopra ha trovato conferma dall’approfondimento tecnico effettuato sull’apparato radicale che solo parzialmente (circa 1/3) è risultato scoperto mentre buona parte di esso è rimasto ancora interrato ed ancorato a terra mantenendo inalterata la sua attività. Appare, quindi, necessario dover intervenire con urgenza al fine di mettere in pristino l’esemplare in parola ricollocandolo alla sua primitiva sistemazione. Le osservazione effettuate sull’esemplare arboreo confermano, infatti, le sue buone probabilità di ripresa fisiologica una volta effettuato l’intervento volto a ricondurlo alla sua naturale verticalità. Allo stato attuale, in ragione di altre esperienze comparative, non appare inverosimile poter indicare in una percentuale del 70% la probabilità di una sua ripresa fisiologica. Al fine del raggiungimento dei risultati sperati, si evidenzia la necessità di adottare ogni tipo di precauzione (meccanica e manuale) affinchè l’intervento di ristabilimento del suo tronco sia effettuato con le modalità specialistiche più idonee al caso oggetto di studio.

Roma 16.04.09

Dott. Agr. Raffaele Fabozzi

L'appello del Quadraro: salvate la nostra quercia di 400 anni

LA PIANTA SI TROVA IN UN TERRENO PRIVATO IN VIA DEI JUVENCI

Articolo uscito il 18 Aprile su Corriere della Sera.it
L'albero, una farnia, è uno dei più antichi della città.È caduto per il vento domenica e rischia di morire È il simbolo del quartiere. Da sempre visto che ha 400 anni. Ma una raffica di vento molte forte l'ha spezzata e tirata giù nonostante il suo tronco sia largo 6 metri. È caduta su una casa e un muretto, senza fare del male a nessuno. Ma ora rischia di morire per sempre. Per questo si sta mobilitando tutto il Quadraro. La vecchia quercia, sorgeva in un terreno privato in via dei Juvenci ed è sempre stata da tutti considerata parte del quartiere, anzi, l'immagine stessa del Quadraro, perciò ora tutti vogliono salvarla.
MOBILITAZIONE - Si sono mobilitate l'associazione Amici del Vecchio Quadraro ed il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro che chiedono che l'albero venga risollevato e reimpiantato. «La farnia è ancora viva ma bisogna agire in fretta» ha spiegato Antimo Palumbo, uno storico degli alberi che questa mattina ha distribuito volantini informativi sulla questione approfittando della presenza delle istituzioni locali per la commemorazione del 65 anniversario del rastrellamento del Quadraro. La quercia è stata già visionata da alcuni tecnici. L'sos a difesa della farnia è sbarcato anche on-line: oltre 100 persone si sono infatti iscritte a sostegno della causa sul social network Facebook.
IL COMUNE - Sulla questione si è pronunciato anche il presidente del VI municipio Giammarco Palmieri: «Il servizio giardini è già venuto ad ispezionare la quercia per verificare se sia possibile salvarla - ha detto - abbiamo anche scritto all'assessorato capitolino all'Ambiente. Dal sopralluogo preliminare sembra che l'albero sia particolarmente compromesso. Per il reimpianto il municipio è pronto a contribuire, i costi sono alti, circa 8 mila euro ma insieme ai cittadini del territorio che si stanno mobilitando dovremo riuscire ad arrivare a coprire la cifra».







Una quercia di quattrocento anni al Quadraro
Foto di Luigi Scarpellini
Testo a cura di Giovanni Buccomino (Naturalista, botanico)
e Associazione Amici del Vecchio Quadraro
All'angolo tra via dei Lentuli e via dei Juvenci (Municipio VI), all'interno di una proprietà privata, si può facilmente intravedere un grande albero di Farnia (Quercus robur L.). Il diametro, stimato di oltre 1 metro, fa ipotizzare un'età di 400 anni. La permanenza di questa testimonianza naturale ci consente, nonostante le trasformazioni urbanistiche avvenute nell'area ed in considerazione della peculiare ecologia della Farnia, di ri-localizzare in prossimità dell'albero il tracciato di una antica "marrana", la cui sorgente era in prossimità dell'attuale largo Spartaco con le acque che scorrevano verso la Marranella fino a sfociare nel fiume Aniene. (Il tracciato degli Acquedotti segue il confine tra il bacino idrografico del Tevere e quello dell'Aniene). Si può così ipotizzare la presenza di altri alberi di Farnia lungo il fosso, in contiguità con boscaglie di Cerro (Quercus cerris). Sono questi gli ambienti più freschi tipici dei fondovalle della Campagna Romana; residui di tali cenosi permangono ancora nella Valle della Caffarella in prossimità del Ninfeo di Egeria.
Caratteristiche della Farnia
Quercus robur L. subsp. robur (= Q. pedunculata Ehrh.)
Farnia, Quercia
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Ordine: Fagales
Famiglia: Fagaceae
Descrizione generale
È la più grande delle nostre querce, può raggiungere i 40 m di altezza. La chioma è ampia, espansa più o meno globosa con apice arrotondato a cupola. La crescita è veloce: a 50 anni una Farnia su terreno adatto può arrivare a 20 m di altezza e a 2 di diametro; per i primi 100 anni l'accrescimento in diametro è di 4 cm all'anno, poi per i successivi 150 è di 2,5 cm e in seguito diminuisce. I più vecchi esemplari, svettati, di 12-13 m di circonferenza, possono avere 800 anni; alberi non svettati di 10 m di circonferenza possono avere meno di 400 anni.
Caratteri morfologici
Il fusto è diritto, robusto, ramificato nella parte medio-alta; la corteccia è grigiastra ed intensamente solcata e incisa longitudinalmente a formare costolature o strisce in rilievo. Le foglie sono caduche, ad inserzione alterna, di tipo obovato con apice più espanso e lamina più stretta presso l'inserzione sul ramo che avviene in modo quasi sessile (picciolo molto breve), con due caratteristici lobi asimmetrici detti "orecchiette"; la pagina superiore di colore verde, più pallido e glabra quella inferiore. In autunno la pagina inferiore è spesso coperta di galle prodotte da alcuni insetti (Imenotteri).
Strutture riproduttive
Fiori maschili e femminili separati sulla stessa pianta (monoica); quelli maschili riuniti in infiorescenze ad amento lunghe 2-4 cm, di colore verde-giallastro, lasse, pendule tali da diffondere il polline ai primi venti di maggio. Sui nuovi getti i fiori femminili isolati o in gruppi portati da un tipico peduncolo lungo fino a 5 cm. I frutti sono acheni (ghiande), lunghi 2-4 cm, con cupola munita di brattee rilevate ed arrotondate, coprenti il frutto per 1/4. I frutti possono essere solitari o riuniti in gruppi di 2-4 portati da un tipico peduncolo lungo da 3 a 6 cm.
Ecologia
La Farnia è una quercia europea, originaria dei paesi dell'Europa centro-settentrionale. In Italia è assente in Calabria, Liguria, Sardegna. Nel Lazio è molto comune, o comunissima, nella maggior parte del territorio. È una quercia di pianura alluvionale con terreni profondi e mediamente umidi, preferisce esposizioni aperte e ben illuminate (eliofila) ed ampi spazi compresi tra 0 e 800 m s.l.m.
Curiosità
Un tempo formava, in tutta la Pianura Padana come in altre parti in Europa, boschi estesi con ricco sottobosco, la ghianda era utilizzata per l'alimentazione di alcuni animali (specialmente suini). Il legno, di colore bruno-chiaro, duro, leggero, noto come "rovere di Slavonia", è il prodotto più pregiato della Farnia, utilizzato per mobili di pregio, botti, per produrre carbone di qualità e come combustibile. La corteccia contiene, in media, il 15% di tannini ed è usata per la concia delle pelli. Poco utilizzata in ambito urbano, non sono da trascurare i danni causati dall'inquinamento atmosferico con tipiche alterazioni cromatiche del lembo fogliare inizialmente giallo-rossastre e marginali, poi necrotiche ed estese. Alla pianta si attribuiscono proprietà astringenti e cicatrizzanti. In alcune zone la Farnia, insieme ad altre querce, può formare micorrize con funghi eduli, soprattutto tartufi. Il nome della specie deriva dal latino robor e significa "robusto". Sembra che il nome del genere derivi dal celtico e significhi "bell'albero"; la pianta era sacra ai Druidi e persino i soldati di Cesare, in Gallia, come ci racconta Tacito, avevano timore di reciderne un solo ramo. Secondo la cura con i fiori di Bach questa pianta è utile per le persone che si accaniscono eccessivamente nel lavoro o nell'adempimento del proprio dovere curando testardaggine, esaurimento fisico logoramento dell'energia, dolori alla schiena ed alle spalle
Un albero secolare al Quadraro
Il quartiere Quadraro nasce nei primi anni del secolo ma già in epoca romana l'area era interessata da importanti insediamenti umani. Quando, nel 1930 circa, venne realizzata la ferrovia ed il ponte presso Porta Furba, per un breve tratto la Via Tuscolana fu spostata sul terrapieno che caratterizza questo punto della via, l'antico tracciato della via Tuscolana divenne l'attuale Via dei Lentuli, su questa via troviamo infatti un antico casale di grandi proporzioni e di notevole pregio e, vicino, un piccolo casale che su una antica carta veniva indicato come "Osteria del Cacciatore", all'incrocio con via dei Juvenci troviamo poi un antichissimo albero oggi imprigionato fra lamiere e baracche ma che un tempo doveva offrire ombra e ristoro ai pellegrini che si muovevano fra la città ed i Castelli Romani.