Il Quadraro in lotta per la Quercia
di Margherita D'Amico
Corriere della Sera Cronaca di Roma
14 Giugno 2009
Il 29 marzo, quando la grande quercia del Quadraro viene giù di colpo, tutti notano il pianto di Valeria. Le lacrime non sono rivolte alla sua automobile, appena sbriciolata dal più antico albero di Roma Sud - una farnia di oltre 400 anni - ma al gigante stramazzato. Non censita, la quercia è regolarmente sottoposta al taglio dei rami da parte dei vigili del fuoco, ma senza assistenza botanica, come si dovrebbe a una pianta antica viva. Subito infatti si vede che parte delle radici è rimasta nella terra. All’origine del disastro, lavori sotterranei.
Sopraggiunge Antimo Palumbo, storico degli alberi. Nasce il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro. Sergione, autorità del quartiere, fa stampare un manifesto che viene attaccato persino sopra il ponte. L’agronomo Raffaele Fabozzi redige una perizia: le foglie sono “verdi e turgide”, vale la pena raddrizzare la farnia. Segue conferma di Saverio Allegretti, agronomo della Regione. Vengono raccolte 3.000 firme. L’albero risiede su un terreno privato, è caduto su un secondo e bisogna passare attraverso un terzo, sia per annaffiarlo che per rialzarlo con la gru. Reperibilità e disponibilità non sono le parole d’ordine dei proprietari, ma due avvocati e Fabio Piattoni, delegato all’Ambiente del VI Municipio, ottengono le liberatorie. Dalla Regione, sembra che l’assessore Zaratti abbia reperito i fondi –quasi 10.000 euro - necessari a pagare i mezzi.
Spetta tuttavia al Servizio Giardini capitolino, che tace, passare all’azione.
Intanto i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, corso di Daniele Segre, girano un appassionato documentario in attesa di finale.
Esiste un precedente: la Quercia delle Cento Pecore, patriarca di 800 anni caduto nel gennaio 2008 vicino Lecce e sopravvissuto così tre mesi, salvo infine grazie a tale Oreste Caroppo.
Il tempo ci aiuta a tirare le somme, ed è chiaro ormai che il Quadraro, come un sol uomo, rivuole la sua quercia in piedi. Ma il tempo è fatto anche di momenti, ed è giunto quello del caldo, dei funghi che hanno attaccato la corteccia, della morte che si avvicina rapida. Perché tutto quanto di bello è accaduto non vada perso, la quercia dev’essere tirata su dal Servizio Giardini ora.
Sopraggiunge Antimo Palumbo, storico degli alberi. Nasce il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro. Sergione, autorità del quartiere, fa stampare un manifesto che viene attaccato persino sopra il ponte. L’agronomo Raffaele Fabozzi redige una perizia: le foglie sono “verdi e turgide”, vale la pena raddrizzare la farnia. Segue conferma di Saverio Allegretti, agronomo della Regione. Vengono raccolte 3.000 firme. L’albero risiede su un terreno privato, è caduto su un secondo e bisogna passare attraverso un terzo, sia per annaffiarlo che per rialzarlo con la gru. Reperibilità e disponibilità non sono le parole d’ordine dei proprietari, ma due avvocati e Fabio Piattoni, delegato all’Ambiente del VI Municipio, ottengono le liberatorie. Dalla Regione, sembra che l’assessore Zaratti abbia reperito i fondi –quasi 10.000 euro - necessari a pagare i mezzi.
Spetta tuttavia al Servizio Giardini capitolino, che tace, passare all’azione.
Intanto i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, corso di Daniele Segre, girano un appassionato documentario in attesa di finale.
Esiste un precedente: la Quercia delle Cento Pecore, patriarca di 800 anni caduto nel gennaio 2008 vicino Lecce e sopravvissuto così tre mesi, salvo infine grazie a tale Oreste Caroppo.
Il tempo ci aiuta a tirare le somme, ed è chiaro ormai che il Quadraro, come un sol uomo, rivuole la sua quercia in piedi. Ma il tempo è fatto anche di momenti, ed è giunto quello del caldo, dei funghi che hanno attaccato la corteccia, della morte che si avvicina rapida. Perché tutto quanto di bello è accaduto non vada perso, la quercia dev’essere tirata su dal Servizio Giardini ora.