domenica 8 novembre 2009
giovedì 3 settembre 2009
Agronomo Paesaggista
Specializzato in Parchi, Giardini e Aree Verdi
La ringraziamo per la sua fattiva collaborazione, condividiamo totalmente i suoi suggerimenti ed infatti alcuni giorni fa abbiamo preso delle decisioni che coincidono perfettamente con quanto da Lei suggerito. Per quanto concerne il problema dello stress idrico è stato risolto con la fornitura di acqua da parte di un condominio confinante e l’incarico alla ditta aggiudicataria di eseguire le irrigazioni necessarie, inoltre, abbiamo cercato di proteggere l’apparato radicale dai raggi solari e l’innalzamento della pianta è stato rimandato al prossimo periodo autunnale. Per la potatura siamo intervenuti solo sui rami colpiti da patologie, o danneggiati nella caduta o dai tagli invasivi apportati dai pompieri al momento del loro intervento. Ringraziandola ancora per la sua gentilissima collaborazione, ci è grata l’occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti."
Viavai settembre 2009
E’ ancora viva, reclinata e sofferente ma viva, con le sue foglie ancora verdi e turgide, grandi e profondamente lobate. La Quercia del Quadraro, l’esemplare più antico e grande di Farnia (Quercus peduncolata) di una città di quasi quattro milioni di abitanti che si chiama Roma, è sempre lì che lotta per continuare a vivere, con la seria intenzione di ritornare in piedi, a distanza di quasi otto mesi da quella tragica Domenica del 29 Marzo, quando è stata buttata a terra da un pomeriggio particolarmente ventoso, complice anche un azzardato ed incosciente lavoro di danneggiamento effettuato nel tempo al suo apparato radicale. Tanto tempo è passato da quei giorni primaverili di pioggia e da quel 1 Aprile quando il direttore di Viavai Ettore Ranalletta mi mandò a fare un sopralluogo per accertarmi di quello che era successo in via dei Lentuli : ovvero la caduta di un patriarca vivente (con un’età stimata di 400 anni) orribilmente mutilato dall’intervento rapido e definitivo dei Vigili del Fuoco che come tutti pensavano ( le parole dei titoli dei giornali erano “Addio” “Lutto” ) che il prossimo stadio per la Quercia più grande di Roma fosse oramai il deposito di legna per il camino di qualche casa di montagna. E da allora, invece, grazie alla forza e alla volontà di un intero quartiere, vivo, attivo e particolarmente attaccato alla sua storia e ai tesori del suo territorio che un po’ alla volta, miracolo dopo miracolo, affrontando attacchi ed ostacoli, pareri negativi e discordanti, e supportando invece sopralluoghi, attese, risposte, iter burocrati con certosina pazienza che si è concretizzata sempre di più la speranza (che giorno dopo giorno diventava più reale) di poter far tornare e vivere la Quercia. E dalle parole, siamo passati ai fatti e all’inizio dei lavori per ripristinarla e farla tornare in piedi. Non è questa l’occasione ( e non in questo articolo) per elencare e ringraziare tutte le persone che hanno creduto e dato il loro contributo affinché la Quercia (anche se con basse percentuali di attecchimento) potesse ritornare a vivere e a rappresentare come simbolo ( anche se ridotta e amputata nell’impalcatura dei suoi rami) il quartiere del Quadraro. Lo farò a conclusione dei lavori quando in un giorno delle ultime settimane di Ottobre la gru e gli uomini del Vivaio Euro Garden capitanati dal solerte Paolo Ceccarelli diranno alla Quercia che è tempo di ritornare a stare in piedi, dopo una brutta caduta ma fortunosa. E’ grazie infatti alle grandi e resistenti putrelle di ferro del ripostiglio (antico edificio abitato da storici personaggi del quartiere) sul quale è caduta che è riuscita a sopravvivere e a non sradicarsi completamente. Una parte dell’apparato radicale è così rimasta salda e sana e ha fatto si che, dopo aver compartimentato una parte delle ferite subite, mettesse in moto tutti i suoi strumenti di autodifesa. Ricordo che, come per gli umani, anche gli alberi hanno un forte senso di autoconservazione e di controllo. Se un albero ha terra, sole ed acqua difficilmente cade, e se lo fa (perché gli uomini lo hanno danneggiato tagliandogli le radici, capitozzandolo ed infettandolo con patogeni, funghi e carie) è l’ultima cosa che vorrebbe fare su questo pianeta, perché per lui significa la morte. Ma vediamo quello che è successo in questi ultimi mesi. Grazie ad un appassionato gioco di squadra che ha visto lavorare insieme: il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro, i giornalisti con i loro articoli di supporto sui giornali, l’intervento dell’Amministrazione e di validi amministratori, si è passati dai sopralluoghi tecnici all’intervento e alla messa a disposizione della copertura economica (senza questo non sarebbe successo nulla) da parte dell’Assessore all’Ambiente e Cooperazione dei Popoli della Regione Lazio Filiberto Zaratti , per rialzare la Quercia. A questo punto sono scattati i tempi tecnici e burocratici che hanno visto impegnati per l’espletazione della realizzazione delle pratiche, Claudio Turella del Servizio Giardini in costante collegamento con il suo direttore Mario Vallorosi e l’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma Fabio De Lillo, coordinati dal delegato per l’Ambiente del VI Municipio Fabio Piattoni. Annunciati da un comunicato stampa e da articoli sui giornali finalmente Lunedì 27 Luglio i lavori per il recupero della Quercia e dell’area nella quale si trova per predisporre il suo prossimo riinalzamento iniziano. Vincitore della gara d’appalto è il Vivaio Euro Garden di Via Cristoforo Colombo che nell’arco di due settimane si occupa di : rifinire il taglio della Quercia e alleggerirla nella chioma per accelerare e migliorare poi una volta alzata il recupero vegetativo e chiudere con una miscela antifunginea le ferite aperte con i nuovi tagli ; mettere terra buona e concimata sulla zolla dell’apparato radicale scoperta; piantumare 15 nuovi esemplari di lecci in Via dei Lentuli; pulire la scarpata adiacente alla Quercia in Via dei Lentuli (sotto la Tuscolana) che versava in uno stato di totale degrado, Sergione sempre presente e attivo (così come altri componenti del Comitato durante l’esecuzione dei lavori, me compreso) in questa occasione ha tolto 5 bustoni di plastica pieni di bottiglie. Grazie poi ad un consulto tecnico che ha visto anche il parere del nostro agronomo Raffaele Fabozzi si è deciso, visto l’imminente aumento della temperatura e della siccità (per non farla soffrire ulteriormente,visto che una parte dell’apparato radicale potrà danneggiarsi nel sollevamento) di rimandare l’alzata della Quercia in tardo autunno, molto probabilmente nelle ultime settimane di ottobre. Infine dopo i turni di annaffiamento che hanno impegnato i membri del Comitato in questi mesi passando dai secchi svuotati a mano ad un lungo tubo collegato ad un rubinetto ( ancora grazie ai “giardinieri sul campo” Sergione e Sebastiano Vinci) Lunedì 17 Agosto è stato sistemato un impianto automatico di irrigamento per nutrire d’acqua la Quercia nei prossimi giorni caldi di Settembre. Vi terrò aggiornati sul prossimo numero di Ottobre sull’evoluzione dei lavori e per ricordarvi la data nella quale ci sarà l’intervento di risollevamento della Quercia. Una data che entrerà nella memoria storica : della città - come segnale ed insegnamento per tutti i cittadini affinché gli alberi monumentali siano valorizzati e protetti come monumenti naturali e patrimonio comune - e del quartiere - un albero simbolo che oltre a rammentarci la sua storia vitale e popolare sia da raccordo tra la saggezza e la concretezza della terra marrone e la gioia e spiritualità azzurra del cielo.
mercoledì 2 settembre 2009
domenica 14 giugno 2009
Sopraggiunge Antimo Palumbo, storico degli alberi. Nasce il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro. Sergione, autorità del quartiere, fa stampare un manifesto che viene attaccato persino sopra il ponte. L’agronomo Raffaele Fabozzi redige una perizia: le foglie sono “verdi e turgide”, vale la pena raddrizzare la farnia. Segue conferma di Saverio Allegretti, agronomo della Regione. Vengono raccolte 3.000 firme. L’albero risiede su un terreno privato, è caduto su un secondo e bisogna passare attraverso un terzo, sia per annaffiarlo che per rialzarlo con la gru. Reperibilità e disponibilità non sono le parole d’ordine dei proprietari, ma due avvocati e Fabio Piattoni, delegato all’Ambiente del VI Municipio, ottengono le liberatorie. Dalla Regione, sembra che l’assessore Zaratti abbia reperito i fondi –quasi 10.000 euro - necessari a pagare i mezzi.
Spetta tuttavia al Servizio Giardini capitolino, che tace, passare all’azione.
Intanto i ragazzi del Centro Sperimentale di Cinematografia, corso di Daniele Segre, girano un appassionato documentario in attesa di finale.
Esiste un precedente: la Quercia delle Cento Pecore, patriarca di 800 anni caduto nel gennaio 2008 vicino Lecce e sopravvissuto così tre mesi, salvo infine grazie a tale Oreste Caroppo.
Il tempo ci aiuta a tirare le somme, ed è chiaro ormai che il Quadraro, come un sol uomo, rivuole la sua quercia in piedi. Ma il tempo è fatto anche di momenti, ed è giunto quello del caldo, dei funghi che hanno attaccato la corteccia, della morte che si avvicina rapida. Perché tutto quanto di bello è accaduto non vada perso, la quercia dev’essere tirata su dal Servizio Giardini ora.
mercoledì 6 maggio 2009
Le foto invernali della Quercia
nella sua fase invernale con le foglie gialle che stanno per cadere.
giovedì 23 aprile 2009
L'antica Quercia del Quadraro
La mappa sull'ubicazione della Quercia
Una rara foto della Quercia
E questo è il calcolo fatto sempre dal botanico Buccomino sulla quantità di ossigeno che la Quercia regala a chi ci abita accanto:
UN ALBERO SECOLARE PRODUCE OGNI ORA 1.750 Kg DI OSSIGENO, CONSUMA 2.350 Kg DI ANIDRIDE CARBONICA ED EFFETTUA IN 10 ORE UNO SCAMBIO GASSOSO DI 80 MILIONI DI LITRI D'ARIA.UN'ATTIVITA' COMPLESSA E MOLTO EFFICENTE CHE RENDE SERVIZI ALL'UOMO PARI AD UN VALORE DI 250 MILIONI DI LIRE ANNUALI.
"Sindaco, salva la Quercia"
Laura Ferri
Salvare la Quercia del Quadraro
La certificazione che la Quercia si può salvare
Agronomo paesaggista
Perito Demaniale Regione Lazio
Specializzato in Parchi, Giardini e Aree Verdi E-Mail: r.fabozzi@inwind.it
CERTIFICAZIONE DI SOPRALLUOGO
Lo scrivente Dott. Raffaele Fabozzi - Agronomo Paeasaggista – con studio in Roma al n. 368 di Via Gregorio VII, si esprime in merito al sopralluogo effettuato all’interno dell’area privata sita in via dei Lentuli angolo via dei Juvenci interessata dal recente crollo dell’esemplare arboreo di specie “Quercus sp.” adagiatosi su di una struttura muraria dopo il suo ribaltamento. Di chioma maestosa e di tronco imponente, l’esemplare, dopo il suo crollo e con l’intervento effettuato dai VV.FF. intervenuti sul posto, ha subito il taglio di molti dei palchi principali al fine di alleggerirne il peso gravante sulle costruzioni fatiscenti sottostanti. V’è da dire che a distanza di circa 15 giorni dal suo ribaltamento, l’esemplare ha mantenuto segnali di attività fisiologica in corso, dal momento che le ramificazioni secondarie, facilmente visibili sull’esemplare, mostrano ancora un fogliame turgido con colorazione vivace. Quanto sopra ha trovato conferma dall’approfondimento tecnico effettuato sull’apparato radicale che solo parzialmente (circa 1/3) è risultato scoperto mentre buona parte di esso è rimasto ancora interrato ed ancorato a terra mantenendo inalterata la sua attività. Appare, quindi, necessario dover intervenire con urgenza al fine di mettere in pristino l’esemplare in parola ricollocandolo alla sua primitiva sistemazione. Le osservazione effettuate sull’esemplare arboreo confermano, infatti, le sue buone probabilità di ripresa fisiologica una volta effettuato l’intervento volto a ricondurlo alla sua naturale verticalità. Allo stato attuale, in ragione di altre esperienze comparative, non appare inverosimile poter indicare in una percentuale del 70% la probabilità di una sua ripresa fisiologica. Al fine del raggiungimento dei risultati sperati, si evidenzia la necessità di adottare ogni tipo di precauzione (meccanica e manuale) affinchè l’intervento di ristabilimento del suo tronco sia effettuato con le modalità specialistiche più idonee al caso oggetto di studio.
Roma 16.04.09
Dott. Agr. Raffaele Fabozzi
LA PIANTA SI TROVA IN UN TERRENO PRIVATO IN VIA DEI JUVENCI
Articolo uscito il 18 Aprile su Corriere della Sera.it
L'albero, una farnia, è uno dei più antichi della città.È caduto per il vento domenica e rischia di morire È il simbolo del quartiere. Da sempre visto che ha 400 anni. Ma una raffica di vento molte forte l'ha spezzata e tirata giù nonostante il suo tronco sia largo 6 metri. È caduta su una casa e un muretto, senza fare del male a nessuno. Ma ora rischia di morire per sempre. Per questo si sta mobilitando tutto il Quadraro. La vecchia quercia, sorgeva in un terreno privato in via dei Juvenci ed è sempre stata da tutti considerata parte del quartiere, anzi, l'immagine stessa del Quadraro, perciò ora tutti vogliono salvarla.
MOBILITAZIONE - Si sono mobilitate l'associazione Amici del Vecchio Quadraro ed il Comitato per la difesa della Quercia del Quadraro che chiedono che l'albero venga risollevato e reimpiantato. «La farnia è ancora viva ma bisogna agire in fretta» ha spiegato Antimo Palumbo, uno storico degli alberi che questa mattina ha distribuito volantini informativi sulla questione approfittando della presenza delle istituzioni locali per la commemorazione del 65 anniversario del rastrellamento del Quadraro. La quercia è stata già visionata da alcuni tecnici. L'sos a difesa della farnia è sbarcato anche on-line: oltre 100 persone si sono infatti iscritte a sostegno della causa sul social network Facebook.
IL COMUNE - Sulla questione si è pronunciato anche il presidente del VI municipio Giammarco Palmieri: «Il servizio giardini è già venuto ad ispezionare la quercia per verificare se sia possibile salvarla - ha detto - abbiamo anche scritto all'assessorato capitolino all'Ambiente. Dal sopralluogo preliminare sembra che l'albero sia particolarmente compromesso. Per il reimpianto il municipio è pronto a contribuire, i costi sono alti, circa 8 mila euro ma insieme ai cittadini del territorio che si stanno mobilitando dovremo riuscire ad arrivare a coprire la cifra».
Testo a cura di Giovanni Buccomino (Naturalista, botanico)
e Associazione Amici del Vecchio Quadraro
Farnia, Quercia
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Ordine: Fagales
Famiglia: Fagaceae
È la più grande delle nostre querce, può raggiungere i 40 m di altezza. La chioma è ampia, espansa più o meno globosa con apice arrotondato a cupola. La crescita è veloce: a 50 anni una Farnia su terreno adatto può arrivare a 20 m di altezza e a 2 di diametro; per i primi 100 anni l'accrescimento in diametro è di 4 cm all'anno, poi per i successivi 150 è di 2,5 cm e in seguito diminuisce. I più vecchi esemplari, svettati, di 12-13 m di circonferenza, possono avere 800 anni; alberi non svettati di 10 m di circonferenza possono avere meno di 400 anni.
Caratteri morfologici
Il fusto è diritto, robusto, ramificato nella parte medio-alta; la corteccia è grigiastra ed intensamente solcata e incisa longitudinalmente a formare costolature o strisce in rilievo. Le foglie sono caduche, ad inserzione alterna, di tipo obovato con apice più espanso e lamina più stretta presso l'inserzione sul ramo che avviene in modo quasi sessile (picciolo molto breve), con due caratteristici lobi asimmetrici detti "orecchiette"; la pagina superiore di colore verde, più pallido e glabra quella inferiore. In autunno la pagina inferiore è spesso coperta di galle prodotte da alcuni insetti (Imenotteri).
Strutture riproduttive
Fiori maschili e femminili separati sulla stessa pianta (monoica); quelli maschili riuniti in infiorescenze ad amento lunghe 2-4 cm, di colore verde-giallastro, lasse, pendule tali da diffondere il polline ai primi venti di maggio. Sui nuovi getti i fiori femminili isolati o in gruppi portati da un tipico peduncolo lungo fino a 5 cm. I frutti sono acheni (ghiande), lunghi 2-4 cm, con cupola munita di brattee rilevate ed arrotondate, coprenti il frutto per 1/4. I frutti possono essere solitari o riuniti in gruppi di 2-4 portati da un tipico peduncolo lungo da 3 a 6 cm.
Ecologia
La Farnia è una quercia europea, originaria dei paesi dell'Europa centro-settentrionale. In Italia è assente in Calabria, Liguria, Sardegna. Nel Lazio è molto comune, o comunissima, nella maggior parte del territorio. È una quercia di pianura alluvionale con terreni profondi e mediamente umidi, preferisce esposizioni aperte e ben illuminate (eliofila) ed ampi spazi compresi tra 0 e 800 m s.l.m.
Curiosità
Un tempo formava, in tutta la Pianura Padana come in altre parti in Europa, boschi estesi con ricco sottobosco, la ghianda era utilizzata per l'alimentazione di alcuni animali (specialmente suini). Il legno, di colore bruno-chiaro, duro, leggero, noto come "rovere di Slavonia", è il prodotto più pregiato della Farnia, utilizzato per mobili di pregio, botti, per produrre carbone di qualità e come combustibile. La corteccia contiene, in media, il 15% di tannini ed è usata per la concia delle pelli. Poco utilizzata in ambito urbano, non sono da trascurare i danni causati dall'inquinamento atmosferico con tipiche alterazioni cromatiche del lembo fogliare inizialmente giallo-rossastre e marginali, poi necrotiche ed estese. Alla pianta si attribuiscono proprietà astringenti e cicatrizzanti. In alcune zone la Farnia, insieme ad altre querce, può formare micorrize con funghi eduli, soprattutto tartufi. Il nome della specie deriva dal latino robor e significa "robusto". Sembra che il nome del genere derivi dal celtico e significhi "bell'albero"; la pianta era sacra ai Druidi e persino i soldati di Cesare, in Gallia, come ci racconta Tacito, avevano timore di reciderne un solo ramo. Secondo la cura con i fiori di Bach questa pianta è utile per le persone che si accaniscono eccessivamente nel lavoro o nell'adempimento del proprio dovere curando testardaggine, esaurimento fisico logoramento dell'energia, dolori alla schiena ed alle spalle